Le parole che mancano

Mi è capitato tra le mani, oggi, un articolo dell’Avvenire dal titolo “Siamo come cavernicoli hi-tech, dobbiamo disarmare le parole”. Riportava alcune frasi del Papa, non so in quale contesto pronunciate.

Ne cito qualcuna: «Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare che ci chiedono di non cedere mai alla mediocrità … uscire dagli stereotipi, dai luoghi comuni, dai linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi … le parole usate e lo stile adottato sono importanti»: la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni ma è «creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto».

O anche: «Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio. Purifichiamola dall’aggressività – avverte –. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce».

Benissimo, sono ampiamente d’accordo.

Mi sembra però che, soprattutto in questi giorni, ci siano parole che andrebbero dette e che invece mancano. Andrebbero dette dalla Chiesa, perché se è vero che questo uso violento del linguaggio è purtroppo comune a tantissimi, ci sono gruppi che ne fanno un uso più sistematico, scientifico di altri e nel farlo si fanno scudo proprio del dirsi cristiani, di difendere i valori della fede.

Charlie Kirk

Non sapevo neanche chi fosse, ora vedendolo celebrato dai due partiti più agitati della destra, vedendolo proclamato come martire della fede, sono andato a cercare cosa dicesse di così bello.

Ne ho ricavato questo:

La sua “predicazione”, sintetizzata nel concetto di “Nazionalismo cristiano” sosteneva l’importanza avuta dal cristianesimo nella formazione della cultura occidentale. Le nazioni (in effetti lui parla solo della sua, gli Stati Uniti d’America) sono la “terra promessa” donata da Dio ai suoi seguaci e quindi il cristianesimo va difeso da ogni attacco. Perché c’è in gioco un “patto di fedeltà con Dio” (mi sembra che i riferimenti siano più al vecchio testamento che al nuovo), che ci punirà e ci toglierà la nostra terra se non difendiamo la sua dottrina.

E chi è che la attacca, questa dottrina? L’immigrazione, che fa arrivare gente con credi diversi, e chi la pensa diversamente sui temi etici (aborto, fine vita e omosessualità).

Potremmo parlare per ore su quanto queste idee siano antistoriche e disturbate, di quanto i nazionalismi/sovranismi siano la causa principale delle guerre (che tutti dicono di voler evitare), della violenza, non solo verbale, di chi sostiene queste idee. Ma ne hanno parlato in tanti e certamente lo faranno ancora, e meglio di quanto saprei fare io. Qui, in un blog che parla molto di spiritualità, mi interessa capire da quale parte, da quale lettura della religione possano arrivare idee come queste.

Nazionalismo

Qui ovviamente i riferimenti bisogna andarli a cercare nel vecchio testamento. L’idea che Dio allevi un suo popolo per dargli il dominio del mondo o anche solo “una terra in cui scorre latte miele” la trovi solo lì.

E la trovi tutto sommato in un angolino, nella parte più antica della Torah. Già dal VI secolo a.C. con i profeti Isaia e Geremia e con i libri Sapienziali il popolo ebraico si era allontanato di molto da una visione così grezza (e il Cristianesimo lo farà ancora di più).

All’epoca di Isaia gli ebrei erano un popolo oppresso e il “patto“ con Dio non era più “Rispetti i miei comandamenti e ti do la terra”, ma “cambi il tuo modo di essere, il tuo cuore, coltivi misericordia e giustizia e farò di te un esempio tra i popoli”. Già una cosa diversa.

Col cristianesimo si spezza poi anche il legame con la stirpe: “mio padre e i miei fratelli sono chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio”. Sicuramente non si esalta più la grandezza di un popolo, il target di Gesù è un piccolo gruppo che deve essere “il sale della terra”, deve mostrare con l’esempio, più che con le chiacchiere, il il suo messaggio.

Molto distante dalla predicazione di Kirk, mi sembra.

I temi etici

Se sui temi sociali, politici il messaggio della Chiesa non potrebbe essere più distante da quello di questo predicatore, sui temi etici – purtroppo, dal mio punto di vista – c’è una discreta comunanza. Kirk si batte, come buona parte della Chiesa contro l’aborto, contro l’omosessualità etc.

Non voglio qui parlare del perché la religione si ostini a dare battaglia su questi temi. Merita ben altro spazio. Giusto un inciso sull’aborto: se la difesa della vita è così imprescindibile, non negoziabile, perché non si mette altrettanto impegno nel combattere la pena di morte (il paese di Kirk è nella lista dei paesi in cui questa è ancora presente, e non mi risulta che lui abbia mai speso una parola su questo).

Volevo invece provare a mettere su un piatto di bilancia i due elementi. Dovendo scegliere se avallare o meno questo tipo di predicazione, la Chiesa davvero preferisce non rinunciare alle battaglie etiche e rinunciare invece alla costruzione di un mondo di pace? Perché, in fondo, nazionalismo significa proprio questo. Rinunciare a dare una mano agli ultimi per proteggere il tranquillo vivere della classe ricca dei nostri paesi ? Perché, in fondo, all’allontanare i migranti significa proprio questo.

La luce

Ho sentito che il Papa ha fatto le condoglianze alla famiglia della vittima, e ci mancherebbe. Tanto più che sono concittadini (sembra che a Chicago molta gente “veda la luce” dopo i Blues Brothers). Ma qualche parola per dirci come si pone la Chiesa su questi temi credo andrebbe spesa. Soprattutto per capire se il Dio che preghiamo nelle chiese è quello dei raduni dei partiti di estrema destra, quello che arma le “patrie” le une contro l’altra o il mite Gesù di Nazareth che vuole migliorare il mondo sussurrando al cuore delle persone.

 

12 pensieri su “Le parole che mancano”

  1. Avevo letto anche io l’articolo che citi.
    E mi era piaciuto moltissimo.

    Avevo colto appunto l’invito alla pace ad iniziare dalle parole.
    Che davvero molte volte “ne uccidono più della spada”.
    E poi è importante ascoltare.
    Mentre a noi di solito piace mooolto più parlare che ascoltare.

    Quando poi, inevitabilmente, è stato toccato l’aspetto della comunicazione sui “social media” (e tutte le sue drammatiche contraddizioni), mi è venuto in mente questo blog.
    Cioè, mi son detto: qual è la mia esperienza nelle virtual community che frequento o che in qualche modo conosco?

    Beh, sarà che qui siamo in pochi (ma ben schierati! 😄), sarà che abbiamo un moderatore illuminato (ed anche star del panorama letterario 😜), …insomma qui riusciamo a parlarci, e direi anche ad ascoltarci, senza trascendere nelle liti o offese.

    Mi capita di leggere altrove una cattiveria gratuita nell’attaccare l’interlocutore! dei flame nati dal nulla e divampati in modo spaventoso!
    Persino a volte su forum che non dovrebbero accendere così gli animi.
    Ad es. un gruppo FB di matematica, oppure un forum di finanza.

    E invece qui che parliamo di religione, di attualità, di cultura, …di argomenti scottanti ne avremmo.
    Vabbè, ci siamo scaldati un po’ sulle cifre casuali del pigreco!! 😅

      1. E cosa pensi che dovrei dirti su Kirk? Ti aspetteresti forse che io debba giustificarlo o appoggiare le sue idee? Ritenerlo un martire come pure molti stanno facendo in questi giorni?

        No. Per quanto mi riguarda, come difensore della Vita, in tutti i suoi momenti e in tutti i suoi aspetti (dallo scoccare fino allo spegnersi naturalmente, e senza distinguere tra vita di serie A e di serie B), io non difenderò mai chi propugna differenze tra privilegiati e poveri sfortunati perché “nati sotto un accento sbagliato (cit.)”.

        Ma non difenderò mai nemmeno chi uccide uno che propugna le idee di cui sopra.

        E men che meno chi metterà a morte l’uccisore di cui sopra…

        Ti sembra una posizione troppo equilibrata? A me sembra invece estrema coerenza. La stessa che mantiene la Chiesa, del resto: difendere la Vita, sempre.
        A proposito, ho come l’impressione che tu abbia *abilmente* identificato, secondo convenienza, Kirk con la religione e con la Chiesa.
        Ti riporto: “la Chiesa si batte contro l’aborto, contro l’omosessualità […] non si mette altrettanto impegno nel combattere la pena di morte […] non mi risulta che Kirk abbia mai speso una parola su questo”.
        Un bel salto semantico! 😉

        Concludo con la mia risposta alla tua domanda conclusiva:
        Era una domanda retorica, vero?

  2. No, non era retorica. È non ho mai pensato che tu potessi difendere Kirk, il punto è che la critica che faccio nel post è verso la Chiesa, non tanto perché difende l’aborto (non che sia d’accordo ma è una discussione da fare a sé). La critica qui è al non prendere posizione (e mi riferisco non tanto a Kirk quanto a Salvini e Meloni).al lasciare che qualcuno si possa dire cristiano e sovranista, cristiano e contrario all’accoglienza dei migranti. Su questo ero sinceramente interessato a sapere cosa pensi. L’essere antiabortisti fa davvero passare tutto il resto in secondo piano?

  3. Ok. Lasciamo da parte le posizioni pro e contro aborto, per il momento.
    Se ho ben compreso, penso che tu mi stia chiedendo la mia opinione su come conciliare alcune posizioni della politica (o meglio di alcuni personaggi politici) con le posizioni della Chiesa.

    Bene, da persona non schierata politicamente, non ho nessuna difficoltà a dirti la mia opinione.
    Ritengo davvero che le difficoltà (tante!) ce l’hanno piuttosto quelli che vogliono accreditarsi come espressione dei cristiani in politica. Da una parte e dall’altra!!
    E si sforzano di “tirare a sé per la giacchetta” il Papa di turno, esultando per una sua frase che gli si addice, e il giorno dopo tralasciando, o peggio condannando, un’altra esternazione del Papa, stavolta contraria al proprio manifesto politico.
    Quante volte è stato fatto questo squallido giochetto con Papa Francesco! Ed ora si ripete con Leone.

    Quante volte la Chiesa è stata tacciata di comunismo da dx (quando si espone in difesa dei migranti) e contemporaneamente sbeffeggiata di bigottismo da sx (per la sua difesa della sacralità della vita)!
    Eppure lei rimane lì, indifferente alle pressioni “centrifughe”, e fedele alla sua missione di diffondere il messaggio d’Amore di Dio.

    In sostanza, se la tua domanda è: “perché la Chiesa non prende posizione contro Salvini? Solo perché è amico dell’antiabortista Trump?”, la mia umile risposta è (ma non sono il portavoce di Leone, eh!? 😉): “La Chiesa deve semplicemente (per dire!) testimoniare la Parola di Gesù. Non deve prendere posizione pro o contro la sparata elettorale del politico di turno.
    La Chiesa non ha bisogno di guadagnare voti o consensi. Il suo messaggio di Amore e di Speranza è molto chiaro (secondo me).
    Chi lo accoglie, buon per lui; chi la pensa diversamente, …amen! Dio è misericordioso: attende chiunque fino alla fine.”
    Insomma, voglio dire, le Crociate sono finite da secoli! Ed anche la Chiesa preconciliare non c’è più. Ma questo te l’avevo già detto, no? 😄

    Ti sembrerà una visione fuori dal mondo, la mia. Tu hai una considerazione molto diversa della Chiesa. Vabbè, forse la mia è utopia. Ognuno ha le sue, no? Tu m’insegni 😉

  4. Riguardo a Charlie Kirk, le sue posizioni e il suo omicidio mi hanno provocato un’oggettiva e inaspettata involuzione. Alla sua morte, infatti, è seguita una paradossale beatificazione del suo pensiero, cosa che nulla dovrebbe avere a che fare con l’esecrazione verso chiunque ammazzi fisicamente un avversario politico.

    Fino al giorno prima condividevo senza remore la famosa e ormai banalizzata citazione attribuita, pare erroneamente, a Voltaire ma dovuta, sembra, alla scrittrice Evelyn Beatrice Hall: “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu possa dirlo”.

    Io, invece, non solo non ero e non sono d’accordo con le aberranti posizioni di Kirk ma, onestamente, non sono più neppure disposto a ferirmi incidentalmente un dito sbucciando le patate affinché lui, o quelli come lui, possano continuare a professarle. Lo facciano pure, ovviamente, ma mi piacerebbe molto che più nessuno, in modo spontaneo e senza censure, le stesse ad ascoltare o, addirittura, le praticasse. Non succederà, e me ne dispiaccio.

    Qualche commento, invece, su alcune affermazioni scritte da Vic:

    1. “… Bene, da persona non schierata politicamente, non ho nessuna difficoltà a dirti la mia opinione …”. Non capisco davvero come qualcuno che ritengo intelligente, colto e informato non si renda conto di quanto risulti politico l’incipit “da persona non schierata politicamente”. Cosa diavolo vuol dire? Che non appartiene ad uno schieramento partitico? Che non va a votare perché non si sente rappresentato da nessuno? Che non partecipa attivamente alle diatribe degli attuali politicanti? Che le motivazioni che definiscono il non essere schierato politicamente sono, invece, altre, varie ed eventuali? Qualsivoglia risposta a tali domande è, senza dubbio “politica”, nel senso più completo del termine: ogni opinione di un essere umana è “politica”. Questa parola, infatti, significa semplicemente, “ciò che riguarda la “polis”, la comunità, tutti noi indistintamente. Neppure un eremita rifugiato in un’isolata landa desertica potrebbe con onestà affermare di essere “una persona non schierata politicamente” a causa proprio e paradossalmente della sua scelta esistenziale di vivere da eremita.

    2. “… Eppure lei – la Chiesa – rimane lì, indifferente alle pressioni “centrifughe”, e fedele alla sua missione di diffondere il messaggio d’Amore di Dio …”. Sarà per questo motivo, il restare indifferente alle pressioni “centrifughe”, che la Chiesa di Roma (e non solo!) sembra sempre più spesso essere e dimostrarsi “fuori dal mondo”, incapace di adattare i suoi messaggi ed i suoi comportamenti alla modernità ed alla rapidità con cui tale modernità si afferma (non la intendo affatto, la modernità, sempre e comunque, come un’accezione positiva)? Diffondere il messaggio d’Amore di Dio significa affatto “stare a guardare in modo indifferente” ma AGIRE e, a mio parere, moltissimi cristiani, cattolici e non, laici o rappresentanti del clero, lo fanno ogni giorno, dalla Comunità di Sant’Egidio a don Ciotti, solo per fare degli esempi, schierandosi apertamente contro chi – Salvini e tanti come lui – brandisce rosari e crocifissi per pura propaganda mirata a conquistare una manciata di consensi in più!

    3. “… La Chiesa non ha bisogno di guadagnare voti o consensi …”. Ma ne sei davvero convinto? La Chiesa non ha bisogno, quanto meno, di consensi se non di voti? Sarebbe un atteggiamento davvero rinunciatario, se non, addirittura masochistico. Riguardo ai voti, forse, oggi, potrebbe anche essere ma non mi pare che così sia stato fino a qualche tempo fa, con un partito cattolico voluto, ispirato, finanziato e condizionato dal Vaticano. E sui temi dei diritti civili – che consentono e mai non impongono! – quali, ad esempio, il fine vita, non mi pare che la Chiesa disconosca e non incoraggi i voti di parlamentari che la pensano in un certo modo. Non ti pare?

  5. A me pare, molto semplicemente che le destre cui si fa riferimento non facciano grandi elaborazioni di pensiero, ma, per ottenere voti ed andare al potere facciano leva sugli istinti peggiori che larghi strati di popolazione conserva, paure, ed egoismi, vedi immigrazione, conservazione dello status quo.
    Questo ovviamente contrasta con l’amorevolezza del nuovo testamento, ma consente l’appiglio a regole e dettami della Bibbia…
    Le Chiese, specialmente quelle americane sono molto sensibili ai finanziamenti e allo spazio che la destra offre.

  6. Il punto non è cosa fanno le destre: è ovvio che fanno quello. Il punto è cosa fa o non fa la Chiesa. Se un partito (o due, in questo caso) sbandiera di essere cristiano (provocando tra l’altro il fatto che chi non si ritrova nelle idee di quei partiti dica “se essere cristiani è quello, io sono qualcos’altro) i casi sono due: 1) La Chiesa si riconosce nelle idee di quel partito e va tutto bene 2) Non si riconosce e lo dice, e molto chiaramente. O per lo meno fa notare le differenze.

  7. Ciao Vincenzo, ho letto con molta attenzione il tuo libro. Appassionante, soprattutto per chi è di Fiorano. Riconoscere tanti personaggi, volutamente non sempre molto “mascherati” cattura l’attenzione, ma fa anche sorridere. Invidio, comunque, la fortuna (finanziaria), che è capitata al mio avatar (quanti problemi potrei risolvere…) e la saggezza di Arturo!
    Un sequel è d’obbligo, anche se mi permetterei di suggerire una sorta di spin off dedicato alle vicende di Livia e di tutti gli altri protagonisti della Fiorano conquistata dai romani. Personalmente mi intrigherebbe molto.

    1. Grazie Luigi.
      Il tuo avatar ha avuto una fortuna sfacciata, ma tu sei sicuramente in grado di fare tesoro del poco che abbiamo. E se c’è una morale nel libro è proprio che i cittadini, con un po’ di buona volontà, possono supplire a quella fortuna.
      Il sequel ci sarà sicuramente, quanto allo spin off della Fiorano romana possiamo scriverlo a quattro mani 😏
      Son contento che tu abbia trovato saggio Arturo !

      1. Compatibilmente con il tempo tiranno e la stanchezza che inevitabilmente ti prende, mi sto cimentando anch’io a scrivere ancora un libro. Prima o poi ti manderò i primi capitoli e mi dirai se vale la pena continuare o bruciare tutto e dedicarci allo spin off😜

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