
Che tristezza sarebbe vivere ancora nel Giardino dell’Eden. Chissà cosa faremmo tutto il giorno. Già, perché Adamo ce l’aveva un lavoro: doveva dare i nomi a tutti gli animali, ma gli altri? Avremmo avuto un tasso di disoccupazione altissimo, o forse di inattività: nessuno si illudeva. Insomma, Eva per prima si sarebbe rotta le ovaie tutto il giorno… se le aveva. Già, perché se la riproduzione era tramite costole… Ma andiamo con ordine.
Anzitutto, ci saremmo stati noi? Perché non è mica detto. Magari il piano prevedeva che ci fossero solo Adamo ed Eva. Nessuno muore e loro due vivono per sempre.
Viene da chiedersi, a questo punto, se sarebbero potuti morire gli animali. Perché in caso contrario non sarebbero state possibili attività come la caccia e la pesca, e già c’era poco da fare. Inoltre gli umani avrebbero dovuto essere vegetariani. Giusto qualche uovo, o latte. O forse nemmeno quelli, perché se gli animali non muoiono non ha senso neanche si riproducano: basta farne abbastanza all’inizio. E, a quel punto, uova e latte, che sono parte del processo riproduttivo, verrebbero a mancare.
Tutto considerato, mi sa che è meglio che gli animali muoiano e si riproducano. Ok, ma come? Voglio dire, se gli umani si riproducono per via costolare, perché inventarsi un sistema diverso per gli animali?
Ma facciamo un passo indietro. Cosa sappiamo di questo sistema riproduttivo? Primo, bisogna addormentare il paziente. Poi serve un bravo dottore, e noi abbiamo The Best in questo caso, che estragga la costola. A quel punto, dalla costola bisogna produrre un altro essere della specie del futuro genitore.
Il libro qui è poco chiaro: sembra sia un processo istantaneo, ma considerate le caratteristiche generali della natura, io direi che un po’ di tempo questo sviluppo ce lo deve mettere. Dobbiamo quindi immaginare una sorta di incubatrice in cui si infila la costola e questa, gradatamente, si trasforma in essere umano adulto. Faccio notare che abbiamo già perso un sacco di possibilità di trovare lavoro nel settore dell’educazione, insegnanti, bidelli, autisti di scuolabus, scrittori di libri per l’infanzia.
Viene da chiedersi, ora, cosa facesse Adamo durante questo periodo di incubazione. L’incubatrice aveva vetri? Lui poteva vedere Eva trasformarsi da essere tutt’ossa a qualcosa di più in carne?
E come è stato convinto Adamo ad assoggettarsi all’operazione? Spero non sia stata un’imposizione: sarebbe stato il primo caso di stupro,
“Dai Adamo, non è niente, ti faccio l’anestesia totale, non senti niente”.
“Va beh, ma scusa, perché devo farmi togliere una costola?”.
“Che ne so: l’ho inventata così. Ma poi mi sarai grato vedrai. Potrai scopare”.
“Capirai! Inventa una colf, piuttosto. Così scopa lei”.
“No, voglio dire, scopare in un altro senso”.
“Sarebbe?”.
“Poi ti spiego, sei troppo giovane”.
Si vede già che la cosa non è priva di complicazioni. Ma torniamo agli animali. Supponiamo di rinunciare al latte e alle uova, ma non alla carne perchè possono morire. Scegliamo la riproduzione costolare anche per loro. Avremmo avuto il mondo disseminato di miliardi di piccole e grandi incubatrici. Saranno state biodegradabili? E ve l’immaginate l’incubatrice dello stegosauro? Già me l’immagino Eva che va in giro col cartello “Stop agli eco mostri”.
C’è poi un grosso problema: non tutti gli animali hanno le costole. In questo giardino non potremmo avere insetti. Per le zanzare e le mosche potremmo farcene una ragione, ma non avremmo neanche farfalle, lucciole. E non avremmo i molluschi: ve l’immaginate un mondo senza frittura di totani?
Forse sarebbe meglio, almeno per gli animali, optare per la riproduzione sessuale. Anche perché risolve un altro grande problema: Adamo deve dare i nomi agli animali. Senza un tipo di riproduzione con variazione genetica le specie sono in numero finito. Adamo si troverebbe presto o tardi senza lavoro anche lui.
Bene. Gli animali, e le piante, li abbiamo sistemati: sono quelli di oggi. Compresa l’evoluzione. Ma a questo punto dobbiamo capire in che epoca collocare il Giardino rispetto alla nostra. Adamo ed Eva sono eterni, ma quando sono nati?
La vita sulla terra pare che abbia intorno ai tre miliardi di anni, ma se mettiamo i nostri due eroi proprio all’inizio otteniamo scene tipo:
“Adamo, che stai facendo? Rannicchiato con gli occhi attaccati a terra mi fai impressione?”.
“Cerco di fare il mio lavoro: dare i nomi agli animali, ma non se ne vedono”.
“C’è anche un’aria irrespirabile…”.
“Coso dice che poi arriva l’ossigeno”.
“E intanto cosa mangiamo?”.
“Dice che ci dà la manna dal cielo.”
“Guarda che se finisce su quei cosi blu che si muovono io non la mangio”.
Non funziona. Bisogna spostarlo più avanti, diciamo, almeno, all’epoca dei dinosauri.
“Adamo, secondo me le bistecche di diplodocus sono stoppose”.
“Ai T.Rex piacciono…”.
“Sarà. Comunque, pensavo, dice di non mangiare le mele, ma io non ne vedo…”
“Sarà stato solo un espediente narrativo: vuol fare la parte del genitore severo, senza metterci realmente in pericolo”.
C’è poi da chiedersi come avrebbe gestito il suo lavoro Adamo anni dopo. Come avrebbe preso l’estinzione di intere specie?
“Eva, senti. Ho un problema”.
“Figurati io: sto sempre in casa tutto il giorno a lavare e cucinare e tu sempre a zonzo”.
“Io lavoro. Ho un lavoro. Io”.
“Guarda che anche il lavoro casalingo sarà riconosciuto come tale in futuro”.
“Chi te l’ha detto?”.
“Un amico”.
“Sarà mica di nuovo il serpente?”.
“Anche fosse?”.
“Va beh, senti, non ho tempo adesso: ho un problema. Ci sono degli animali a cui ho dato un nome e che non vedo più da un sacco di tempo. Tu hai mai più visto in giro lo stegosauro?”
“No, ma il serpente mi ha fatto vedere un albero di mele, così non rischiamo di raccoglierle per sbaglio”.
“Vedi di non fare casini, che ci vado di mezzo anch’io. Comunque credo che avrei bisogno di qualche aiutante”.
In effetti il povero Adamo da solo non ce la poteva fare. C’è bisogno di popolare la scena e far entrare altri umani.
Il sesso, a quanto pare, ci doveva già essere, se no non si capisce perché far assumere a Eva sembianze femminili. Teniamolo pure a livello solo ricreativo, non finalizzato alla riproduzione. Supponiamo che questa restasse di tipo costolare. Come avrebbe funzionato? Purtroppo l’esperimento è stato abortito prematuramente e non abbiamo notizia di altri figli nati prima della cacciata dal Giardino. Per cui tocca fare delle ipotesi.
Quanti figli può avere un singolo essere umano? Considerato che qualche costola serve, di quante uno potrebbe privarsene per procreare? Diciamo due?
Ora, Adamo una l’aveva già usata, per cui poteva fare ancora un figlio. Eva due.
E di che genere nascono? Estrapolando dai dati potremmo dedurre che ognuno fa un figlio per ogni genere: Adamo farà ancora un maschio e Eva una femmina e un maschio. Ogni quanto? Diciamo che ogni tot chi non li ha ancora fa due figli.
La serie numerica sarebbe del tipo An = 23(n-1).
Il valore del ventiduesimo elemento di questa serie è maggiore di dieci miliardi, per cui, partendo sessanta milioni di anni fa, l’epoca dei dinosauri, e supponendo che ognuno, raggiunta l’età di duemilionisettecentoventisettemiladuecentotettantadue anni potesse generare due figli oggi la terra sarebbe popolata da dieci miliardi di esseri umani. Alla prossima generazione, tra circa altri tre milioni di anni saremmo il triplo. Forse troppi.
Certo potremmo dilatare quel tot che governa il tasso di riproduzione, facendo in modo di raggiungere i dieci miliardi di popolazione tra cinque miliardi di anni. A quell’epoca il sole sarà diventato una gigante rossa e avrà inglobato Mercurio, Venere e il nostro pianeta, dichiarando comunque l’esperimento del Giardino finito. Ma se facessimo questa scelta, all’epoca attuale Adamo ed Eva sarebbero ancora i soli abitanti del pianeta. Secondo me, già piuttosto annoiati.
No, bisogna proprio morire, per andare avanti, e, credo fosse previsto così dall’inizio. Perché i casi sono due: o Eva non aveva un utero all’epoca, e il libro avrebbe fatto bene accennare anche a quest’altra operazione chirurgica, avvenuta dopo la cacciata dal Giardino o ce l’aveva, e allora il fallimento era previsto.
Comunque sono stati cacciati, con l’angelo con la spada fiammeggiante e Dio che urla “Partorirai nel dolore”.
E Eva che guarda indietro spaventata mentre corre.
E Adamo che si tocca un fianco e dice: “Figurati che castigo. Io l’unico figlio che ho fatto c’ho ancora un male qui …”.
In fondo poi non si sta così male in quest’altro Giardino. Quello dell’ENEL. Con i fili dell’alta tensione che ricamano ogni paesaggio, per permetterci di leggere o guardare la TV anche la sera. Di cucinare pietanze sul piano cottura a induzione. Di andarcene in giro su un’auto elettrica cinese e vedere i passanti illuminati dai lampioni per strada di notte. In attesa di entrare nel Giardino dell’ENEA. Con piccoli reattori a fusione in ogni frullatore.
Basterebbe riuscire ad andare un po’ tutti più d’accordo per poterlo chiamare paradiso.
—
geniale. io quando penso alle costole mi viene dubito voglia di maiale … insomma più che al giardino dei cieli a quello giù giu … al girone dove di griglia 😉
😀
Mi hai strappato una sincera risata!
Anzi due: una tu e una Totò 😉