Conflitto di interessi: da Berlusconi ai nuovi tycoon globali
Il problema fondamentale di riuscire a *prendere decisioni in tanti*, oggi non può che avvalersi di sistemi digitali.
Che in fondo abbiamo già. Se dovessimo eleggere qual è il veicolo che nella nostra epoca offre la maggior espressione di democrazia credo sceglieremmo i sondaggi.
Pensateci. Abbiamo già un sistema collaudato per capire cosa pensa la maggior parte di noi su qualunque tema. Non solo, possiamo avere questi dati disaggregati per fasce sociali, età, e un numero impressionante di altre categorizzazioni. Stiamo già, di fatto, votando continuamente, su tutto. Chi prende decisioni che riguardano le nostre vite potrebbe tenere in gran conto questo *sentire collettivo*. Magari non sempre lo fa. O ne tiene conto non tanto per il bene collettivo, quanto per interessi di altra natura. Forse un governo di tecnici, scelti a caso, a rotazione, e che governino in base a sondaggi sarebbe già una forma di democrazia migliore di quelle attuali.
Riflessioni a valle delle elezioni USA
Il gioco delle tasse
Si parla molto, in questi giorni, del Credo di Matteo Salvini. Lo si critica per aver usato questa parola come…
guerra Già il nome campagna è fastidioso. Sa troppo di bellico, di conquista. Tutto il lessico intorno poi gira intorno…
Rovelli ha ragione su tutto questo, ma non trae conclusioni esplicite. Non dice, ad esempio, che dovremmo cessare gli aiuti militari a Zelensky. Si può pensare che lo dica implicitamente, e, immagino, che chi ha riproposto questa riflessione la intenda in questo senso.
Io sul trarre questa conclusione non sono d’accordo.
Morning Nella puntata di Morning, il podcast de Il Post condotto da Francesco Costa, di stamattina c’è una bellissima introduzione…
L’elezione si svolge in una giornata. Alla fine della giornata si avrà il nome della persona eletta. Se questo non avviene si manda a casa il Parlamento.
L’elezione avviene in cinque fasi, distribuite ad ore precise nell’arco della giornata.
Parla soprattutto di narrazioni. Le storie che hanno plasmato la nostra civiltà. Invenzioni che parlano di cose inesistenti, ma che hanno la capacità di unire le persone in un *sogno* comune. Storie come il fascismo o il comunismo, ormai cassati dalla storia. E storie che ancora sopravvivono, come il liberalismo, le nazioni o le religioni.