Le chat sono piene di messaggi di auguri. Mi sto trattenendo, anche se con qualche remora, dal metterci anche i miei. Evidentemente è un limite mio: probabilmente ha senso farsi gli auguri anche per una cosa a cui non riesci a dare un significato. Giusto un modo di ricordare l’un l’altro che esistiamo, che esiste una qualche connessione tra noi.
Comunque il significato non riesco a darglielo.
È una festa religiosa. La resurrezione di Cristo. Io non so se sia risorto o no. Penso però che la cosa non aggiungerebbe molto al suo messaggio. Anzi, toglierebbe parecchio.
Penso che Gesù di Nazareth sia stato un grande uomo. Mi piace quello che colgo dal racconto della sua vita: un invito alla precarietà, al non preoccuparsi. Un immagine di Dio che si prende cura di noi, che veste i gigli del campo e nutre i passerotti, figurati noi. Roger Shultz, il fondatore della comunità di Taizé, parlava di Vivere nel provvisorio. Mi sembra avesse capito.
Il concetto di resurrezione, il far diventare quest’uomo Dio, usare la sua morte per cancellare un peccato che nessuno capisce quale sia stato. Quello di esistere? Mi provoca un fastidio viscerale. Quindi questa Pasqua cristiana mi dice poco. Mi sembra più seria quella ebraica: il ricordo di una liberazione. E ancora più seria quella pagana, quella che festeggiano tutti i popoli: l’arrivo della primavera, l’inizio di una stagione in cui la terra sembra risvegliarsi. Meravigliosa resurrezione.
Detto questo, quando scrivete “Buona Pasqua” su una chat a cosa pensate?
La maggior parte delle persone a messa non ci va più, per cui escluderei significati religiosi. Forse ora è la festa delle costine alla brace.
In effetti dovevamo farle oggi, ma piove e il barbecue è allagato. Aveva una copertura di plastica, ma si è rotta. Comunque avrebbe giusto riparato il fuoco: il cuoco doveva stare all’acqua con l’ombrello. Devo ripararlo.
… e dovrei potare il melo quanta polvere c’è dentro casa è tutto un velo …
Sarà che quest’anno la Pasqua è anche una seccatura per altre cose: non mi funziona la fibra appena installata: l’acqua di questi giorni ha probabilmente allagato qualche tombino in cui passava. BBBell, il mio provider, ci ha messo un po’ a rispondere e a capire che il guasto riguardava il gestore della rete (OpenFiber) che ci ha messo altri giorni per farsi vivo e dirmi che ieri, sabato, sarebbero passati i tecnici a curare il guasto dalle 11:30 alle 13:30. Non si è visto nessuno. Il numero da cui mi hanno telefonato non risponde. BBBell risponde, ma dice che il servizio assistenza di OpenFiber riapre Martedì … perchè è Pasqua. Credo che la connessione internet dovrebbe ormai essere considerata un servizio un po’ più essenziale, visto che ci facciamo quasi tutto. Forse la mia fibra risorge la settimana prossima.
Ma la cosa che mi ha spinto di più a scrivere questo sproloquio è l’annuncio della tregua di Pasqua offerta da Putin all’Ucraina. Lì il significato della Pasqua non riesco più neanche a immaginarlo, se non in modo veramente aberrante. Quale significato può dare alla Pasqua uno che scatena una guerra? Che manda migliaia di ragazzi a farsi ammazzare e ad ammazzarne altrettanti? Chissà cosa ne pensa il Patriarca Kirill? E chissà con chi chatta Putin?
Vabbè, qualunque cosa significhi per voi, Buona Pasqua
Io, in genere, non faccio gli auguri di Pasqua: se li ricevo ricambio, per educazione più che altro. Credo che la maggior parte delle persone se li scambino, in certe occasioni, proprio come sostieni tu, per “ricordare l’un l’altro che esistiamo, che esiste una qualche connessione tra noi” oppure, banalmente, per sperare che la giornata festiva in questione sia serena e soddisfacente.
Neanch’io so se Gesù Cristo sia risorto: nutro fondati dubbi in proposito. E poi, se la tradizione sostiene che la sua morte sia avvenuta un venerdì, intorno alle 15.00, e la resurrezione dopo tre giorni, non ho mai capito come mai quest’ultima venga proclamata e festeggiata di domenica. Qualcuno può aiutarmi?
Non abbiamo molte prove che storicamente Gesù di Nazareth sia davvero esistito ma, in fondo, questo ha poca importanza rispetto a quanto, in suo nome, è accaduto dall’anno zero in avanti. Un cambiamento epocale, un passaggio a un modo totalmente nuovo di pensare, riflettere, pregare, comportarsi per una parte significativa degli esseri umani, noi compresi dopo più di duemila anni. Analogamente, quello che è fondamentale nella “presunta resurrezione” non risiede nell’usare la sua morte per cancellare un peccato quanto, piuttosto, nella necessità di promettere ai credenti ciò che molte religioni promettono: la sconfitta della morte, la vita eterna, il paradiso. Nel vangelo di Giovanni, la frase più significativa è proprio “chi crede in me avrà la vita eterna”, una prospettiva a cui sarebbe difficile resistere per chiunque.
Gli auguri di Putin e di quelli come lui, Kirill compreso, suonano davvero come una bestemmia in aggiunta alle migliaia di altre che accompagnano, purtroppo, ogni nostra giornata.
Riguardo all’inconveniente della fibra, invece di rincorrere BBBell e OpenFiber, ti consiglierei di contattare Giorgia o Matteo: grazie a loro uno sconto per l’abbonamento a StarLink è assicurato!
Buona domenica!
P.S.
All’epoca, “Vendo casa”, un successo dei Dik Dik più che dell’autore Battisti, piaceva molto anche a me. Il verso “ho la barba lunga come tu la vuoi”, mi incoraggiava a persistere nel portarla, la barba, evitando la seccatura giornaliera di rasoi e lamette.
Sulla faccenda dei tre giorni mettiti una risposta da ChatGpt:
Questa è una domanda molto interessante, e se la sono posta in tanti nel corso dei secoli! La questione sta nel modo in cui gli antichi contavano i giorni.
Nel mondo ebraico del I secolo (e più in generale nell’antichità), anche una parte del giorno veniva considerata come un giorno intero. Quindi:
• Venerdì (il giorno della morte): è il primo giorno, anche se Gesù muore nel pomeriggio.
• Sabato (giorno in cui il corpo rimane nel sepolcro): secondo giorno.
• Domenica (giorno della risurrezione): terzo giorno, anche se Gesù sarebbe risorto all’alba.
Quindi non si contano 72 ore esatte, ma tre giorni secondo il modo di contare del tempo dell’epoca, in cui “dopo tre giorni” o “il terzo giorno” potevano indicare semplicemente che erano passati parti di tre giorni differenti.
Un esempio simile si trova anche nella storia di Ester (Ester 4:16–5:1), in cui si parla di “tre giorni di digiuno”, ma poi lei si presenta al re “il terzo giorno”, non “dopo tre giorni interi”.
Ben informato questo ChatGpt!